Guida all’isola dei falchi
Le mura
Il primo nucleo abitativo di Carloforte era in alto, in zona Castello, per avvistare le eventuali incursioni barbaresche. Il nome stesso del paese significa “forte di Carlo” (sottinteso Re Carlo Emanuele III, colui che concesse l’insediamento dell’isola ai pegliesi provenienti da Tabarka nel 1738). Ma la storia delle fortificazioni non è lineare e risulta ancor più interessante. Oggi per arrivare alla cinta muraria si sale dal centro del paese oppure dal lungomare si procede a destra lungo corso Cavour fino alla Guardia Costiera da cui partono le scalette bianche tra bougainvillee. Si giunge a Porta Leone, che conserva ancora l’insegna dell’epoca: un bassorilievo a forma di testa di leone nella parete esterna. Da qui in poi si può fare una bella passeggiata lungo le mura (interrotte dalle scuole elementari, del 1921) verso la scalinata Santa Cristina. Un panorama fantastico si apre ai nostri occhi, con vista sui tetti del paese, sulle saline, su Calasetta, sulle coste del Sulcis con l’isola del Toro all’orizzonte. I lavori per fortificare l’isola iniziarono già nel marzo 1738. L’ingegner piemontese Augusto de La Vallée ricevette l’incarico dai Savoia di dirigerli. Lo schema delle mura doveva essere semplice, una stella ai cui estremi erano cinque bastioni, muniti di due o quattro cannoni. Già nel 1740 c’era una cittadella fortificata (Castello) ma la situazione cambiò perché i carlofortini andarono a vivere sul porto: non volevano stare lontano dal mare e ultimarono l’estensione del paese fuori dalle mura. Ma la notte del 2 settembre 1798 Carloforte venne attaccata dai corsari. I tunisini ripresero la via del mare portando con sé, oltre al bottino del saccheggio, 830 abitanti: più della metà donne, circa 150 ragazzi, e quasi 200 uomini per chiedere un riscatto. I carlofortini rapiti e ridotti in schiavitù vennero liberati 5 anni dopo. Così, temendo nuove incursioni, nel 1806 chiesero al re di Sardegna di far costruire il primo fortino. I lavori coinvolsero tutta la popolazione, donne comprese, e terminarono nel 1813, ma nel giro di un decennio la situazione nel Mediterraneo era cambiata e non fu più necessario procedere con le fortificazioni. Nel 1867 il Sovrano Vittorio Emanuele II decretò il cambio di funzione delle torri da posti militari. Alcune divennero abitazioni, altri come il forte della Sanità e il San Carlo vennero demoliti nel 1924-28 e le pietre vennero riutilizzate per costruire le dighe del porto. Oggi restano tre fortini: il Santa Teresa (che fa parte della cinta, sulla destra della porta Leone, e si vede bene dal Giardino di note), il Santa Cristina (in fondo alle mura, vicino all’omonima scalinata) e il Beatrice (quasi irriconoscibile).
Marie Leone