Sebastiano Mocci: Best Italian Singer, primo al festival Mogol Battisti, apprezzato da Roby Facchinetti dei Pooh
Da Carloforte al mondo – Con questa rubrica Carloforte Magazine presenta interviste a personaggi che stanno diventando famosi oltremare perché si distinguono nei campi più diversi, a livello nazionale e/o internazionale
Star del concerto di fine anno della Banda Musicale di Carloforte, il cantante sta attualmente preparando uno spettacolo teatrale
Ieri sera al cineteatro Mutua il concerto di fine anno della Banda di Carloforte ha registrato il tutto esaurito. Tra i cantanti locali si è anche esibito Sebastiano Mocci. La sua versione di “The sound of silence” ha suscitato un lungo e forte applauso. A 43 anni, il carlofortino Seba (come lo chiamano gli amici) ha tutte le caratteristiche per brillare nel firmamento della musica. Comincia a studiare pianoforte a 8 anni con il maestro Achille Napoleone e a suonare nei bar a 16. Dopo il diploma, si trasferisce a Cagliari. Lavora in un’agenzia immobiliare, ma continua a esibirsi con diversi gruppi della città. Nel 2016 inizia a studiare canto con il maestro Manuel Cossu e l’anno successivo partecipa al Tour Music Fest, festival musicale a livello europeo che promuove gli emergenti. Arriva in semifinale. Nel 2018 ci riprova e vince. Si aggiudica il titolo di “ Best Italian Singer”. Non solo. Lo scorso agosto prende parte al festival Mogol Battisti e anche stavolta la sua voce conquista i giurati professionisti: primo premio.
Due mesi fa Sebastiano ha partecipato all’Incanto Summer Festival di Ivrea e ha conosciuto Roby Facchinetti, cantautore e tastierista dei Pooh, direttore artistico del festival, interpretando una sua canzone.
Cosa hai provato a incontrare personaggi come Mogol e Facchinetti?
“Prima di tutto una grande emozione. Facchinetti fa parte di uno di quei gruppi italiani che io seguivo da ragazzo. Avere un confronto con lui è stato importante. Così come con Mogol”.
Il momento più difficile?
“ In ogni concorso ci sono sempre state l’incognita e l’adrenalina prima di salire sul palco: se vogliamo chiamare queste difficoltà…”
Qual è stata l’esperienza che ti ha emozionato di più?
“Ogni esperienza ha avuto la sua importanza. Al Tour Music Fest, nel 2018, ho potuto confrontarmi per la prima volta su un palcoscenico nazionale con tanti artisti. E’ stata un’emozione mai provata prima di allora. Al festival Mogol Battisti ti esibivi con un’orchestra di 40 elementi, su un palcoscenico enorme utilizzato in grandi manifestazioni (qualche giorno prima c’era Fiorello).
A Ivrea c’era un’orchestra di 50 elementi e Facchinetti ascoltava la sua canzone che stavo interpretando. Sono posti che vedi in TV e trovarti lì sopra fa un certo effetto”.
Tra i premi vinti al concorso di Mogol Battisti c’è una tua esibizione a Casa Sanremo 2023 e un corso al CET, la scuola di Mogol…
“Casa Sanremo è un’opportunità che viene data a giovani interpreti e cantautori di esibirsi di fronte a talent scout durante il periodo del Festival. Invece nel corso al Centro Europeo di Toscolano, autori e cantautori professionisti ti insegnano come scrivere un brano e lavorare in uno studio di registrazione. Tutt’altra esperienza rispetto ai corsi fatti in precedenza. Sicuramente anche la location merita. C’è la sala Battisti, uno spazio all’aperto chiamato “giardini di marzo” e varie sale di registrazione ove hanno lavorato i più grandi musicisti”.
Quali sono i tuoi progetti e il tuo sogno più grande?
“Di sicuro realizzare un disco. Lavoro da anni su brani scritti da me (musica e testi). So che non è facile pubblicare un album che abbia un certo effetto e un certo risultato. E’ per questo che ci sto lavorando da così tanto tempo. Anche una esibizione all’Arena di Verona non sarebbe male. In anteprima posso dirvi che è quasi pronto un mio spettacolo teatrale che parla di aneddoti legati alla mia infanzia.
Il mio sogno? Vivere di musica”.
Rosanna Maurandi