Ambulanze e infermieri: un mese cruciale per salvare il 118 sull’isola
Entro fine dicembre bisogna trovare una soluzione alla mancanza di volontari della Croce Azzurra e di soccorso notturno
Il numero 118 tra qualche mese non ci sarà più: verrà sostituito dal Numero Unico per tutte le Emergenze, il 112. Nella provincia di Olbia si inizia già il 1° dicembre con questo cambiamento, poi via via in tutta la Sardegna si passerà al nuovo sistema, con due centrali di risposta al 112, a Cagliari e Sassari.
Ma già da gennaio a Carloforte si rischia di non avere proprio il soccorso notturno, se non cambiano le cose. E’ stato chiaro il messaggio all’assemblea pubblica tenutasi sabato 19 novembre al Teatro Cavallera dal sindaco, Stefano Rombi, dall’assessore alla tutela della salute, Pinella Opisso, e dalla presidente dell’associazione Croce Azzurra, Adriana Algisi.
La fine del progetto regionale India, che destinava 10 infermieri sulle ambulanze carlofortine a supporto dei volontari, ha già dato un duro colpo alla possibilità di essere soccorsi tutti i giorni h 24. La mancanza di volontari della Croce Azzurra potrebbe dare il colpo finale.
All’origine di questi disagi – insostenibili per un’isoletta di 6000 persone, che diventano 10 mila nei week end di alta stagione e 20 mila in agosto – le leggi della Regione Sardegna e le disposizioni dell’Areus. “In generale c’è un problema di risorse umane: i medici sono concentrati a Cagliari e Sassari. Per il progetto India erano destinati 450 euro al giorno come extra a infermieri che lavoravano altrove. Anche il riassetto dell’Asl 7 per gli ospedali più vicini a noi, il Sirai di Carbonia e il CTO di Iglesias, ci lascia perplessi” ha detto Stefano Rombi “ma i sindaci non hanno parere vincolante…Le risorse per il progetto India sono esaurite. Il tema oggi non è solo mantenere il servizio di soccorso in ambulanza h 24, ma anche la sopravvivenza della Croce Azzurra. E quest’ultimo non è tanto un problema economico, la comunità ha sempre risposto con le donazioni (anche il Comune contribuisce), quanto un allarme per la mancanza di volontari”.
I soccorritori devono avere tra i 19 e i 67 anni (ma a 65 si fa la visita di idoneità), essere sanissimi, e mettere a disposizione 8 ore alla settimana (a scelta fra tre turni) dopo aver fatto un corso di 4-6 mesi. Gli appelli finora sono caduti nel vuoto, o quasi.
“Per la convenzione fatta con l’Areus non possiamo assumere più di 3 persone” ha detto Adriana Algisi “l’anno prossimo dovremo anche comprare una nuova ambulanza. Ci servono 9 persone al giorno per tre turni”.
Convinzione comune è che gli infermieri professionali a bordo delle ambulanze siano necessari e che l’Areus abbia già penalizzato abbastanza l’isola di San Pietro, priva di elisoccorso notturno.
Dal pubblico è scaturita la proposta di far cambiare la legge sarda: a differenza di altre regioni italiane proprio in Sardegna – dove c’è il record di centenari – il limite per candidarsi a soccorritori è 65 anni. E qualcuno ha invitato a formare un comitato cittadino per far valere i diritti essenziali, come quello di primo soccorso, sanciti dalla Costituzione. “Stiamo comunque lavorando con i canali istituzionali per far arrivare degli infermieri professionali sulle nostre ambulanze” ha detto Pinella Opisso “non come risorse extra servizi, bensì a compensazione dei disagi dovuti alla doppia insularità. Anche la mancanza di elisoccorso notturno è un problema da risolvere al più presto”.
Susanna Lavazza