Apre al pubblico la tomba fenicio punica

Visite su prenotazione a partire dal 19 aprile
Già annunciato dieci anni fa, dall’équipe internazionale della Missione Archeologica Carloforte, e un anno fa dall’amministrazione comunale, l’accesso al pubblico della tomba fenicio punica di largo Giacomo Parodo è finalmente una realtà. L’altro ieri, con un laconico comunicato sulla riapertura pasquale dei musei di Carloforte, si è dato l’annuncio che ora anche i comuni mortali potranno vedere questo ipogeo del IV-V secolo a.C., protagonista della prima campagna di scavi in Europa dell’Università di Beirut, diretta dall’archeologo libanese Wissam Kahlil. Un tesoro.
Non solo perché parte di una più ampia necropoli che comprenderebbe circa 50 tombe e che potrebbe configurare l’isola degli sparvieri o Enosim (oggi di San Pietro) come terra sacra per riti e sepolture importanti. Ma anche perché nel 2011, quando si iniziò a perlustrare in profondità i suoi cunicoli, da questa tomba emersero amuleti, gioielli doro, vasi e persino uno scheletro, il cui esame del DNA potrebbe rivelare dei segreti. Ai tempi molti volontari, oltre ad archeologi, ceramisti, linguisti ecc. hanno fatto parte della MAC e, come si evince dalla pagina Facebook della Missione Archeologica Carloforte c’era la speranza proseguire gli scavi, magari attivando un circolo virtuoso anche per creare posti di lavoro e attrarre turisti. Negli ultimi anni la Regione Sardegna ha investito 320 mila euro per la messa in sicurezza della tomba di largo Giacomo Parodo.
La necropoli sarà visitabile solo su prenotazione (non in caso di pioggia perché è di tufo) da sabato 19 aprile scrivendo una mail all’indirizzo tsv@comune.carloforte.ca.it o un messaggio sulla pagina FB “Musei di Carloforte”, dove sono anche indicati orari e numeri di telefono per chiamare, se qualcuno volesse prenotare al telefono. Carloforte Magazine aveva già dato notizia dell’imminente apertura al pubblico della tomba il 10 novembre 2023 (Leggi l’articolo). Durante la Seconda guerra mondiale era stata utilizzata come rifugio e forse depredata dei reperti più evidenti. Le sue grandi dimensioni, con due corridoi di 4 e 12 metri e un tunnel di 13 metri, rendono la visita particolarmente interessante.
Guido Lussu