Le due facce dell’amore
Spettacolo gratuito e reading con arpa domenica 24 novembre all’Exme
L’amore romantico contrapposto alla dipendenza. La vita alla morte. Il sacrificio si se stesse per l’amato e l’omicidio della compagna per paura di non essere amati (femminicidio). E’ una chiave di lettura molto originale quella proposta dal centro di intervento teatrale Il Crogiuolo in occasione della giornata contro la violenza sulle donne. Domenica 24 novembre alle 19 all’Exme Rita Atzeri e Gisella Vacca metteranno in scena “Le ceneri di Atilia”, recital tratto da un testo della celebre autrice, cantante e attrice Clara Murtas che racconta il confronto tra una donna vittima del marito e la storia esemplare di due coniugi romani – Atilia Pomptilia e Cassio Filippo – esiliati in Sardegna nel II secolo e di cui esiste ancora testimonianza nella Grotta della Vipera a Cagliari: a dispetto del nome, un monumento all’amore. Lo spettacolo, gratuito e aperto a tutti, è organizzato in collaborazione con l’associazione Botti du Schoggiu, ha il patrocinio gratuito del Comune di Carloforte, e vedrà l’accompagnamento musicale dell’arpista Chiara Vittone durante la lettura dei brani tratti dal libro “La Grotta della Vipera. Dialoghi impossibili sul femminicidio” con illustrazioni di Valentina Sannais (80 pagine, edizioni Abbà). “In questo libro Clara Murtas torna ancora una volta ad indagare l’universo femminile e ambienta la sua storia in Sardegna”. si legge nella presentazione. “Per farlo, utilizza un congegno narrativo riconducibile alla tradizione del realismo magico, che prende la forma della comunicazione ultraterrena, in uno spazio atemporale dove le due protagoniste si incontrano si scontrano e si confrontano.
Il congegno narrativo scatena cambiamenti di umore, sensazioni, presagi, in questo racconto fatto di dialoghi che Atilia Pomptilla, nobildonna romana e la cagliaritana Teresa, vittima di femminicidio, intavolano in un colloquio destinato a svelare all’una e all’altra una verità nascosta sulla loro vita. Ai lettori e alle lettrici “La dura materia: ossa e roccia” dell’antica necropoli di Tuvixeddu a Cagliari – dove prende il via il racconto – e con essa secoli di storie dimenticate, di leggende e di misteri legati all’amore coniugale e all’amore romantico.
Con una leggerezza e un’ironia che non devono trarre in inganno chi legge Clara Murtas mette in scena, attraverso il dialogo serrato di due donne lontanissime tra loro per classe sociale, età ed epoca storica, tutti i meccanismi della perversa cultura patriarcale: il romanticismo dell’amare da morire, la normalità del possesso e della gelosia come forma di amore, la pazienza e la sopportazione come virtù femminili fino all’etica del sacrificio.
Mettendo in fila tutti questi pregiudizi che ancora agiscono nella nostra società l’autrice fa emergere una lettura limpida del fenomeno della violenza maschile come logico sbocco dell’interdipendenza tra amore e perdita di sé vissuta come evento naturale, scontato”.
Guido Lussu