LUDiCa 2024: Carloforte ospita la Prima Scuola di Storia Digitale

LUDiCa 2024: Carloforte ospita la Prima Scuola di Storia Digitale

Organizzata dal Laboratorio di Umanistica Digitale dell’Università di Cagliari in collaborazione con il Centro Interuniversitario per lo studio e lo sviluppo della Public History (CISPH) e l’Associazione Italiana di Public History (AIPH), si propone di esplorare la storia e la memoria della comunità carlofortina e dell’arcipelago del Sulcis.

Nell’ultima settimana di settembre i ragazzi raccoglieranno interviste, fotografie storiche e documenti conservati negli archivi parrocchiali, comunali e privati, lavorando a stretto contatto con i cittadini di Carloforte. La partecipazione non richiede competenze specifiche: il progetto è aperto a chiunque desideri contribuire, offrendo un’opportunità di valorizzare il patrimonio storico locale.

Il coinvolgimento della comunità è già stato significativo: oltre 144 residenti hanno risposto a un sondaggio anonimo sui temi della scuola, fornendo spunti che verranno analizzati dagli studenti. Molti di loro hanno anche offerto i propri contatti per collaborare direttamente, condividendo memorie personali e documenti storici che arricchiranno la ricerca.

Carloforte antica: le saline (foto da archivio storico di Salvatore Borghero)

A questo proposito Carloforte Magazine ha intervistato Fabio Pomata, storico e studioso di metodologia della ricerca storica, autore del libro Una lunga storia mediterranea: Tabarca. La complessità del moderno nella nascita di Carloforte e Calasetta.

Perché è importante ospitare eventi come LUDiCa nella nostra comunità?

 Ospitare LUDiCa rappresenta un’importante occasione di crescita culturale, non solo per gli studenti ma anche per tutta la popolazione. Se vogliamo dare un senso e un significato preciso al termine tabarchinità, è fondamentale partire dallo studio della vicenda tabarchina, andando oltre il folclore e le semplici strategie di marketing.”

Qual è il valore aggiunto dell’utilizzo di piattaforme digitali per lo studio della storia?

Fabio Pomata e la copertina del suo libro