L’isola modella di un grande fotografo
Dal 25 maggio la mostra di Maurizio Pighizzini fa scoprire il fascino pop di Carloforte
“Volevo fare il fotografo di musicisti. Ho vinto il Fine Art International Photo Award di Los Angeles per la sezione music con le immagini del mitico concerto dei Rolling Stones al Circo Massimo di Roma, nel 2014. Loro sono ancora la mia grande passione. Però mi sono dato alla moda”.
Vive a Parigi Maurizio Pighizzini, bergamasco, classe 1980, scoperto da un gallerista nella Ville Lumière dopo essere passato da una casa di produzione televisiva, la Magnolia, a Milano e ha collaborato con diversi stilisti, tra cui Armani. Ma da otto anni viene in vacanza sull’isola di San Pietro.
E dalla sua passione per Carloforte è nata “Amìme”, mostra fotografica che si inaugura sabato 25 maggio al Cavallera e prosegue dopo il Girotonno per le vie del paese e oltre, fino al 28 settembre. “Io sono un curioso, ho sempre cambiato meta dei miei viaggi. Da quando ho visto quest’isola sono rimasto folgorato. Dai colori, dalla luce, dalla gente. Non riuscivo a capire se mi affascinavano di più i posti come Nasca, Punta delle Oche ecc. o le persone, la comunità locale con quell’orgoglio carlofortino per cui noi saremo sempre i “furesti”. Lo trovo giusto. Dobbiamo entrare in punta di piedi”.
Questa dualità si riflette nella mostra che Maurizio Pighizzini ha voluto donare al paese, insieme a un altro bergamasco, Federico Gualdi, che ne ha curato la produzione.
Il progetto prevede 25 dittici con foto affiancate di 50×70 cm, come a creare un dialogo, con didascalie che aiutano a interpretare la narrazione per immagini. Si tratta di scatti a colori sui quali è stato fatto un grande lavoro di postproduzione, quasi fossero adatte a un giornale di moda o a una réclame, ma stile pop, divertente. “Mi sono emozionato a ritrarre una terra così autentica” rivela Pighizzini “e mi fa molto piacere offrire le mie fotografie non a scopo di lucro: lavorando nella moda si rischia di diventare cinici”. Il Comune di Carloforte, partner del progetto, raccoglierà i fondi che derivano dalla vendita dei dittici (circa 150-300 euro) per devolvere il ricavato alla tutela del mare e delle spiagge.
Dopo il vernissage di sabato alle 18 (a numero chiuso per questioni di sicurezza) la mostra sarà aperta a tutti fino al 1 giugno, dalle 16 alle 21, poi presso l’Infopoint si troverà una cartina con i punti in cui verranno collocate le immagini.
“Avrei voluto fare di più” conclude Maurizio, che ha vinto anche il Tifa Award di Tokyo, “conto di continuare a ritrarre l’isola e i suoi abitanti e farne un libro. Il titolo Amìme l’abbiamo scelto io e Federico. Significa “guardami, ammirami”. Ci tenevo che fosse in tabarchino. Ne avevo pensati un po’, ma questo se lo scomponi in italiano sembra “Ami me”. E da due bergamaschi in preda alla “mautìa du scöggiu”, una sorta di mal d’Africa per lo “scoglio” di Carloforte ci si può aspettare altri atti d’amore.
Susanna Lavazza