Riapre il ponte sul canale delle saline
Intervista al sindaco sulla villa dell’ex direttore che diventerà un nuovo museo
Il ponte sul canale delle saline riapre oggi dopo sei mesi, come ha annunciato il sindaco Stefano Rombi su Facebook:
“Predisporremo il senso unico alternato e consentiremo accesso a tutti i veicoli, fatta eccezione per i mezzi pesanti, a causa dell’assenza dell’asfalto che sarà posizionato dopo Pasqua, così come altri interventi di finitura (ringhiere, rivestimento in pietra). Nonostante la variante necessaria per incamiciare la palificazione, nonostante tutto il ponte riapre prima di Pasqua”. Quando si prevede invece la chiusura dei lavori della ex Villa del direttore delle saline?
Lo abbiamo intervistato.
“La prima parte dei lavori è conclusa. Non appena avremo certezza dello sblocco delle ulteriori risorse già assegnateci da parte della Regione Sardegna, potremo proseguire con gli arredi e l’allestimento museale, nel quale racconteremo il ruolo del lavoro nell’insediamento della comunità tabarkina sull’isola di San Pietro. Il progetto prevede anche la riqualificazione ambientale del compendio”.
Da dove provengono i finanziamenti dell’intero progetto?
“Dal mutuo contratto dalla Regione Sardegna nella legislatura 2014-2019. Una quota di quelle risorse – pari a 40 milioni di euro – sono state messe a bando dalla Regione al fine di valorizzare e riqualificare beni demaniali. Il Comune partecipò al bando e, nel 2015, si assicurò 5 milioni. Dopodiché sono passati 2 anni affinché si stipulasse un comodato tra la Regione e il Comune, volto alla gestione per 25 anni del compendio. Nel 2019 il finanziamento è stato rimodulato poiché, originarimente, erano previsti quasi 3 milioni al fine di riattivare la salina a scopi produttivi. Tuttavia, il Comune non aveva titolo a procedere non avendo la concessione mineraria, che rilascia, in base da un decreto regio del 1927, la Regione. Per varie ragioni di carattere burocratico-amminsitrativo il Comune quella concessione non avrebbe potuto neppure richiederla. Per questa ragione, abbiamo spostato quelle risorse per la riqualificazione della villa – per la quale in origine erano previste appena 300.000 euro – e per la sistemazione ambientale del compendio”.
Cosa si intende per centro museale ricreativo?
“Si tratterà, da un lato, della porta di accesso dei visitatori alla salina e, dall’altro, di un luogo dotato di bookshop e sala conferenze, oltreché di aree con allestimenti museali nel quale si potrà percepire – non solo guardare – l’evoluzione socio-economico della società carlofortina, a partire dai lavori che ne hanno garantito l’insediamento prima e il sostentamento poi. Da questo punto di vista, la vicenda del sale e dei salinieri sarà il perno del racconto”.
Da chi verrà gestito questo centro e quanto personale si potrà impiegare?
“La gestione sarà probabilmente esternalizzata. E’ difficile oggi quantificare quante persone potranno essere impiegate, ma credo che alcuni posti di lavoro possano generarsi. Anche perché sarà possibile creare sinergie con la società che ha ottenuto la concessione mineraria dalla regione sardegna e che, avendo già ottenuto tutte le autorizzazione per il progetto, produrrà quantità limitate di sale artigianale, che potranno sposarsi alla perfezione con le iniziative turistico-culturali del Comune”.
Si prevede un’apertura annuale o stagionale?
“Anche questo è difficile dirlo oggi. Dipenderà anche dal successo dell’operazione in sinergia con il soggetto che detiene la concessione mineraria. Naturalmente, ci piacerebbe che l’area potesse essere aperta tutto l’anno. Ma sappiamo per esperienza che in un Comune come il nostro, con fluttuazione molto significative nella popolazione, non sarà facile”.
Dal punto di vista economico, come si pensa di mantenere in funzionamento tale centro nel corso degli anni?
“Auspichiamo che, se decideremo di introdurli, possa autosostenersi con i ticket d’ingresso, ma non mancherà il sostegno delle risorse pubbliche laddove fosse necessario. D’altra parte è dimostrato che ogni euro speso – bene – in turismo e cultura ha ricadute anche pari a dieci volte sull’economia locale”
E’ previsto un biglietto di accesso?
“Non è certo, ma è una delle possibilità che stiamo prendendo in esame”.
Rosanna Maurandi