Silvia Armeni: “Con il film ‘La Terra delle donne’ abbiamo già vinto”
Da Carloforte al mondo – Con questa rubrica Carloforte Magazine presenta interviste a personaggi che stanno diventando famosi oltremare perché si distinguono nei campi più diversi, a livello nazionale e/o internazionale
Co-prodotto dalla Armeni G.E.S. Productions è stato in lizza per rappresentare l’Italia agli Oscar ed è ora iscritto ai David di Donatello. Lo hanno premiato persino nei Paesi arabi. Ecco perché
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Suo padre, Emanuele Armeni, era originario di Carloforte. Lei è nata a Roma, città della mamma, la pittrice Gabriella Cossio, e ha trascorso gran parte della sua vita tra Cagliari, dove è cresciuta e Roma, dove si è trasferita per gli studi universitari: una laurea in sociologia e un master in “Ideazione, management e marketing degli eventi culturali”, entrambi a La Sapienza. Ma Silvia è molto legata au paize, con il cuore e l’anima. E trascorre gran parte dell’anno a Taccarossa. Una scelta singolare per una produttrice cinematografica sulla via del successo. Nel 2016 è infatti tornata a Cagliari, dove è residente: lì ha fondato la Armeni G.E.S Productions, in collaborazione con sua madre e in onore a suo padre, ‘Lillo’ per gli amici tabarchini.
Due anni fa la società aveva già ricevuto il premio “Youngers in Movie” nella categoria Production durante la 79ª edizione del Festival del Cinema di Venezia, assegnato dalla rivista specializzata Fabrique du Cinema. Tra le sue coproduzioni più note, “Un nemico che ti vuole bene” black comedy con un ricco cast, tra cui Diego Abatantuono, Sandra Milo e Roberto Ciufoli, che Silvia Armeni ha portato a Carloforte nel 2019 con il suo esilarante spettacolo “Tipi’”, andato in scena al Teatro Cavallera. Poi il film sul destino dei migranti “Tra le onde”, con Vincenzo Amato e Sveva Alviti, esempio di un cinema che coniuga impegno civile e ricerca estetica.
Ma il successo mondiale è arrivato con “La Terra delle donne” – coprodotto con Fidela Film e News Time Spa , in collaborazione con Rai Cinema – che lo scorso settembre è rientrato tra i 12 film in competizione per rappresentare l’Italia agli Oscar di quest’anno. Per intenderci, insieme a pellicole come “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, “Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti, e “Io Capitano” di Matteo Garrone, poi prescelto e attualmente nella cinquina finale per l’Oscar .Distribuito in oltre 30 Paesi, “La terra delle donne” è da poco iscritto anche ai David di Donatello.
Non solo. Su iniziativa dell’onorevole Martina Semenzato, presidentessa della commissione d’inchiesta sul femminicidio, è stato proiettato presso l’aula dei gruppi della Camera dei deputati lo scorso 24 novembre, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne. E ha ricevuto molteplici premi, anche in Paesi dove la condizione femminile è ancora molto arretrata. Un ulteriore traguardo per Silvia Armeni, che è anche dirigente nazionale e presidentessa del dipartimento Sardegna dell’ANS – Associazione Nazionale Sociologi – ed è da sempre impegnata in temi sociali come la lotta contro ogni forma di violenza e discriminazione. In virtù di ciò, da anni organizza manifestazioni culturali che coniugano impegno sociale ed espressione artistica, collaborando con enti, associazioni e istituzioni. In attesa che il film venga proiettato a Carloforte, l’abbiamo intervistata.
“La Terra delle donne,” diretto da Marisa Vallone, ha ottenuto riconoscimenti internazionali, non solo in Occidente. Ciò è notevole perché il film, ambientato in Sardegna durante la Seconda guerra mondiale, narra la storia di due donne che lottano contro superstizioni arcaiche e convenzioni restrittive per conquistare la propria libertà di vivere e amare.
“Sì il film, fin dalla sua anteprima al festival Bif&st 2023 di Bari, ha riscosso un notevole successo, ricevendo il premio ‘Mariangela Melato’ per la miglior attrice protagonista (Paola Sini) e di recente ha conseguito anche il prestigioso Gran Prix come miglior film al Festival International du Film Transsaharien de Zagora in Marocco , nonché negli Emirati Arabi al prestigioso Al Ain Film Festival, dove ha vinto ben due premi: come miglior film ed il premio della giuria accanto a “Dogman” del grande Luc Besson. Il premio è stato ritirato dall’ambasciatore italiano negli Emirati Arabi, Lorenzo Fanara. Questi ultimi riconoscimenti, soprattutto viste le delicate tematiche sulle donne trattate dal film, sono fonte di grande soddisfazione e orgoglio”.
Quali sono i nuovi progetti della tua casa di produzione?
“Entro l’anno abbiamo in programma il film “Mya – Un sogno da vivere”, diretto da Federico Moccia e interpretato da Vincent Riotta, Flora Vona e Mirko Frezza, con la partecipazione straordinaria del cantautore Gianluca Grignani, coprodotto con International Cinema. Poi il docufilm “La maschera più piccola del mondo”, diretto da Enrico del Gamba, con Isabel Sardu e la partecipazione straordinaria di Roberto Ciufoli, della giornalista Rai Vittoriana Abate e del violinista pop internazionale Andrea Di Cesare. Nella colonna sonora del film rientra anche un brano del bravissimo cantautore sardo Andrea Andrillo, che in passato ha suonato a Carloforte. Questo progetto racconta il viaggio della protagonista Isabel- Nikilina, che parte dalla Sardegna, passando per il Festival del sorriso di Monte San Giusto nelle Marche e giunge in Romania ai confini con l’Ucraina, un mese dopo lo scoppio della guerra contro la Russia, portando conforto e qualche sorriso ai profughi, tra cui tanti bambini rimasti orfani, e promuovendo l’arte della clown-terapia come strumento di miglioramento sociale e sanitario. La maschera più piccola del mondo è, infatti, il naso rosso del clown”
Come nasce la Armeni G.E.S. Productions ?
“Dal mio desiderio e da quello di mia madre di preservare e perpetuare la tradizione artistica di famiglia. Mi piace menzionare i miei nonni: Antonio Vittorio Cossio, un pittore, fumettista e animatore di talento; e Luciana Pensuti, la prima donna operatrice tecnica nel campo dell’animazione in Italia, nonché scrittrice e giornalista, figlia e allieva di Luigi Liberio Pensuti, assoluto pioniere del cinema di animazione in Italia, noto come il Walt Disney italiano. Della loro opera narra C’era una volta il cartone animato memoriale sulla nascita del cinema di animazione in Italia, scritto da mia nonna e curato da Bepi Vigna, autore di Nathan Never, di cui si sta pubblicando la seconda edizione. La nostra società opera su progetti di livello nazionale e internazionale, con l’obiettivo di trasmettere messaggi socialmente rilevanti, attraverso diversi linguaggi artistici e la ricerca di fusioni e sinergie multimediali.
Il simbolo della tua società è una ‘A’ con una fenice al suo interno e l’acronimo G.E.S. Che cosa significa?
“Le iniziali sono quelle di tre nomi: Gabriella, mia madre; Emanuele, mio padre; Silvia, il mio. La fenice è effettivamente il simbolo di una rinascita, un ricominciare dopo la dolorosa perdita di mio padre. La A, ovviamente, è quella di Armeni”.
Quali sono i tuoi rapporti con l’isola di San Pietro?
“Lavoro permettendo, quasi ogni fine settimana mi reco a Carloforte e non ho mai saltato una sola estate nella mia casa di Taccarossa. È il mio rifugio sicuro, la mia oasi di pace, ma anche un luogo pregno di memoria familiare. Possiedo un vecchio pendolo, da sempre nella mia famiglia, di quelli che si caricano a molla con una chiave. Questa chiave mi fu consegnata da mio padre il giorno in cui mi affidò il compito di continuare a farlo funzionare. La prima cosa che faccio quando arrivo a casa è caricare quell’orologio. Ogni volta è come se il cuore della casa stessa ricominciasse a battere, e il mio con esso. Sono profondamente legata all’isola, dove mio padre e mia madre, in vacanza a Carloforte, si sono incontrati e innamorati. Da anni, ogni estate ci riuniamo con amici provenienti da ogni angolo d’Italia, persone che sono rimaste incantate dell’Isola di San Pietro. Qui sono le radici della mia famiglia paterna, una storia venuta da lontano, come le origini del mio cognome Armeni, e che mi appartiene profondamente”.
La sua identità sarda, con radici carlofortine, è sempre stata una parte fondamentale di Silvia Armeni. Parlando con lei emerge chiaramente la sua spiritualità, il profondo amore per la terra, le isole, il mare e la sua connessione con la storia familiare. La passione di Silvia per l’arte e per la natura è contagiosa. Anche quando descrive lo spettacolo di un tramonto, lo fa con la freschezza e lo stupore di chi lo osserva per la prima volta. Nonostante il crescente farsi strada in campo cinematografico e artistico, Silvia è rimasta umile e con i piedi per terra. Una terra di grandi donne.
Antonello Rivano