La tomba di largo Parodo aprirà a marzo ma il tesoro dei fenici rimane in cassaforte
Il parere di Wissam Kahlil, direttore della Missione archeologica Carloforte
Gioielli d’oro, amuleti a forma di falco o di altri simboli dell’antico Egitto, ceramiche, anfore, oggetti in vetro, persino uno scheletro. E’ il tesoro di largo Parodo, emerso durante gli scavi della più grande tomba punica rinvenuta sull’isola di San Pietro, iniziati nel 2011 a cura dell’Università di Beirut. Da qualche giorno, grazie al finanziamento di 100 mila euro erogato circa un anno fa dalla Regione Sardegna, i lavori per aprire al pubblico questo sito archeologico sono ripresi. Il tesoro si può vedere in parte sui pannelli già esposti alla base della scalinata. Ma molto difficilmente i non addetti ai lavori potranno ammirarlo dal vivo. Resta custodito in una cassaforte.
“Gli oggetti ritrovati sono di grande valore” spiega l’archeologo Wissam Kahlil, direttore della Missione archeologica Carloforte (MAC) “possono essere esposti a Carloforte solo se c’è un museo adatto. In questo momento non mi sembra sia previsto. La tomba è già tutta scavata, la sua eccezionalità è la dimensione (ha due corridoi di 4 e 12 metri e un tunnel di 13 metri ndr). Inoltre venne usata durante la seconda guerra mondiale come rifugio, quindi la sua storia non si ferma al IV-V secolo a.C. Purtroppo è creata nel tufo, molto fragile: come condizione di preservazione sono meglio quelle di Monte Sirai. Ma la necropoli intorno è molto vasta, volendo si può scavare per altri 20 anni! Ora credo sia importante valorizzare il sito di largo Parodo e stimolare l’interesse dei visitatori locali e dei turisti”.
I lavori di pulizia, protezione, completamento delle passerelle e illuminazione dovrebbero terminare a febbraio-marzo. “Abbiamo in mente una gestione integrata con altri poli culturali” ha scritto il sindaco Stefano Rombi su Facebook. Si immagina anche quello di Sant’Antioco, la fenicia Sulky che ha dato nome a tutto il Sulcis. Dove venerdì 17 novembre si inaugura la mostra fotografica “Fenici, la rotta del Sud” di Marina Federica Patteri. Resterà aperta al museo archeologico F. Barreca fino al 17 dicembre.
Susanna Lavazza