Antonio Boggio “scrivo gialli per nostalgia della mia isola”

Antonio Boggio “scrivo gialli per nostalgia della mia isola”

Da Carloforte al mondo – Con questa rubrica Carloforte Magazine presenta interviste a personaggi che stanno diventando famosi oltremare perché si distinguono nei campi più diversi, a livello nazionale e/o internazionale

Il quarantenne di origini tabarchine presenta il secondo romanzo “Delitto alla baia d’argento” venerdì 14 luglio

“E’ tutta colpa (o merito) delle vacanze allo Spalmatore. Ci andavo da ragazzino e ci rimanevo per mesi. Mio babbo lavorava a Portovesme e prendeva le ferie a settembre, mamma era casalinga, rientravamo in paese a ottobre. In quelle lunghe estati leggevo, leggevo di tutto. Da Topolino ai fumetti di Dylan Dog, da Dragonball ad Agatha Christie e Arthur Conan Doyle. Avevo la passione per i misteri da risolvere. Ho iniziato a scrivere racconti, fumetti, canzoni, poesie. E non mi sono più fermato”.  

E’ un fiume in piena Antonio Boggio (nato a Iglesias il 10 luglio 1982 da genitori carlofortini) mentre ricorda gli anni in cui frequentava le scuole medie o il Nautico sull’isola di San Pietro e le vacanze sembravano non finire mai. “Fantasticavo… nel mondo della fantasia può succedere di tutto. I miei miti erano Poirot e Sherlock Holmes”. 

Una passione che lo ha portato, a luglio dell’anno scorso, a pubblicare il suo primo romanzo Omicidio a Carloforte (ed. Piemme) che ha già raggiunto 4 edizioni e ora viene venduto anche in versione economica. In copertina la fascetta con l’invito alla lettura di Francesco Abate: “Dalla Sardegna un’originale voce del giallo italiano”. 

Un successo preannunciato? Non proprio, anche se Antonio Boggio aveva già scritto racconti in antologie di piccole case editrici e partecipato alla stesura del Repertorio dei matti della città di Cagliari (ed. Marco y Marcos) coordinato da Paolo Nori. “Ora i lettori mi scrivono da tutta Italia, in particolare dal Piemonte e dalla Liguria. Il giallo permette di raccontare la società in cui viviamo. Comunque non mi sono fatto influenzare dalla fiction l’isola di Pietro o altre trame. La mia officina di scrittura era già operativa. Sono 10 anni che ci lavoro”. Tanto che Antonio, a 11 mesi dal suo esordio, ha dato alle stampe il secondo romanzo: Delitto alla baia d’argento. Venerdì 14 luglio alle 20.30 lo presenterà nel piazzale davanti alle scuole elementari e in autunno partirà per un tour di presentazioni fuori dalla Sardegna.

Come mai un altro giallo a distanza così ravvicinata? “Avevo appunti, particolari sul mio personaggio rimasti nel computer. Ma soprattutto mi ha spinto la tristezza di non poter tornare a Carloforte con dei fogli di scrittura”.

Antonio Boggio è in pratica un autodidatta. Ha seguito brevi seminari, uno con Marcello Fois,ma nessun corso di scrittura. Subito dopo il Nautico ha frequentato l’Accademia navale di Livorno ma ben presto si è accorto che la carriera militare non faceva per lui. “Sono stato anche a La Maddalena, sono tornato au paize, ho fatto tanti lavori, tra cui il tonnaroto e l’elettricista, poi ho girato in vari paesini e ora abito a Cagliari, dove lavoro al terminale marittimo, ha una moglie e due figli piccoli”. L’isola ti manca? “Sempre, scrivo per tornarci, recuperare immagini, luoghi, persone. La mia infanzia”. 

Susanna Lavazza 

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