Battista Biggio: il futuro dell’intelligenza artificiale europea parla tabarchino
Da Carloforte al mondo – Con questa rubrica Carloforte Magazine presenta interviste a personaggi che stanno diventando famosi oltremare perché si distinguono nei campi più diversi, a livello nazionale e/o internazionale
Ecco perché è tra i più famosi informatici italiani e come si occupa di sicurezza
Mentre il Comune di Carloforte aderisce al progetto Wi-Fi Italia per connettere gratis tutto il paese e l’isola (si è arrivati a tre punti), il mondo prosegue nello sviluppo della cosiddetta intelligenza artificiale. Uno dei suoi “maghi” è proprio un carlofortino doc. Battista Biggio, 39 anni, ha fatto una brillante carriera che l’ha portato dall’Istituto Tecnico Nautico a ottenere riconoscimenti internazionali. E’ già tra i più citati informatici italiani. Soprattutto da quando, lo scorso novembre, Eli Bursztein, responsabile della sezione security, anti-abuse di Google, ha assegnato a lui e al suo team un premio di 50 mila dollari per i risultati sull’apprendimento automatico. Dal 2007, dopo la laurea e il dottorato in ingegneria a Cagliari, Biggio lavora come professore associato nel dipartimento di ingegneria elettrica ed elettronica dell’Università di Cagliari e fa parte del laboratorio di ricerca PRALab. Oggi coordina il team che aderisce al progetto europeo ELSA con altri 25 partner tra istituti, aziende e centri di ricerca. Lo scopo? Fare dell’Europa un’eccellenza nell’intelligenza artificiale. Il gruppo guidato dall’ingegnere carlofortino coordina gli esperimenti per applicazioni su veicoli a guida autonoma, in particolare la ricerca di minacce e virus informatici, insieme ai team dell’ETH di Zurigo, del CISPA Helmholtz Center for Information di Saarbrücken (Germania) e dell’Università di Oxford.
Che altri premi ha ricevuto?
“Un premio importantissimo è stato quello assegnato lo scorso luglio dalla ICML, conferenza internazionale sull’apprendimento automatico a Baltimora, molto prestigiosa e selettiva. Vi partecipano migliaia di persone, con scienziati di altissimo livello da tutto il mondo. La ICML ogni anno seleziona circa il 20% tra migliaia di articoli scientifici ricevuti. Il mio, pubblicato nel 2012, ha vinto il premio Test of Time (la prova del tempo) come quello che ha avuto il maggior impatto scientifico a distanza di 10 anni, tra 244 articoli presentati quell’anno nella stessa conferenza. In questo lungo lavoro sono stato coadiuvato da un collega statunitense e uno russo. Lo abbiamo pubblicato insieme e ha collezionato più di mille citazioni in diverse pubblicazioni su riviste scientifiche e conferenze. Siamo stati i primi a dimostrare la potenziale vulnerabilità dei sistemi di apprendimento automatico: se un attaccante può compromettere anche una piccola parte di dati d’addestramento, il sistema non impara più niente”.
Qual è il suo campo di lavoro al PRALab ?
“Costruiamo sistemi di intelligenza artificiale robusti e sicuri per diverse applicazioni, tra cui il riconoscimento dei volti e degli oggetti nelle immagini, la rilevazione di spam, minacce e virus informatici (anche noti come malicious software o malware)”.
Molti paesi come Carloforte si stanno dotando di reti wi-fi gratuite. Ci potrebbe essere una collaborazione?
“Al momento abbiamo qualche finanziamento regionale per progetti di ricerca, ma non specifiche collaborazioni con i comuni sardi””.
Quando le è venuta la passione per queste materie?
“A sei anni i miei genitori mi hanno regalato un computer. Un Amiga 500, all’epoca uno dei più innovativi. Fin da piccolo sapevo che avrei fatto l’ingegnere informatico, ispirato da mio padre che mi ha trasmesso una grande passione per questa materia e la tecnologia in genere. Anche gli studi al Nautico di Carloforte hanno influenzato le mie scelte, sono grato agli ottimi docenti che ho avuto dalle elementari in poi”.
Cos’è il progetto ELSA?
“Nato lo scorso settembre, ha lo scopo di creare un network europeo di eccellenza che faccia informazione e sviluppi tecniche di intelligenze artificiali innovative. L’UE sta spingendo molto per fare in modo che questi algoritmi siano affidabili e sicuri anche per l’essere umano. E’ importante, per esempio, nelle applicazioni che coinvolgono sistemi di guida autonoma, dai droni alle macchine che guidano da sole. Negli Stati Uniti ci sono già esempi di guida autonoma, si possono prendere taxi senza autista, anche se solo per certi tratti di strada e in determinate condizioni. Anche in Europa si sta andando in questa direzione. Un altro aspetto importante del progetto ELSA riguarda la costruzione di sistemi di intelligenza artificiale che siano equi. Per esempio nel riconoscimento dei volti il sistema potrebbe funzionare bene solo per determinate tipologie di persone. Noi dobbiamo fare in modo che non sia discriminatorio”.
Che cosa sono l’intelligenza artificiale (AI) e il machine learning?
“L’AI è l’insieme di algoritmi più generali, che al suo interno ricomprende alcuni algoritmi che provano a emulare il ragionamento dell’uomo usando i costrutti della logica e della matematica. Il machine learning è una sottoparte dell’AI. Sono degli algoritmi di apprendimento, meccanismi che permettono a una macchina di svolgere determinate azioni e di prendere decisioni soltanto imparando dai dati. I più utilizzati oggi sono le “reti neurali”. A queste reti si mostrano, ad esempio, delle immagini etichettate (specificando l’oggetto rappresentato). L’ algoritmo impara, modificando gradualmente i parametri della rete neurale, a ridurre l’errore di classificazione e a riconoscere le immagini. Dalla fase di addestramento si passa poi a quella operativa in cui la rete neurale classifica il contenuto di dati o immagini mai visti prima. In realtà, però, non c’è nulla di ciò che costruiamo che si avvicini all’intelligenza umana”.
Rosanna Maurandi