“Spera e agisci con il Creato” sabato mattina all’Exme
L’incontro, promosso dalle Parrocchie, con il Sindaco e il Comitato No speculazione energetica di Carloforte, avrà come tema l’isola e la transizione. Ospite d’onore don Giuseppe Tilocca, docente di filosofia morale a Cagliari
“L’iniziativa di riunire le parrocchie e la comunità carlofortina sabato mattina all’Exme nasce dal desiderio di contribuire al messaggio di Papa Francesco: vivere la nostra missione nei confronti del Creato e riflettere sulla speranza”. Sorride don Andrea Zucca, come chi ha la Fede nell’anima e in cuor suo sa che, nonostante le cattive notizie di questo autunno caldo, non siamo soli. “Io farò il moderatore. Ho voluto calare il discorso nel nostro territorio, ascoltando pareri diversi sulla transizione verso le fonti rinnovabili. Per questo ho invitato anche il Sindaco e il presidente del Comitato No speculazione energetica di Carloforte”.
L’isola di San Pietro è presa d’assalto dalle multinazionali dell’offshore, con richieste di allaccio per 8 impianti eolici davanti alle sue coste (circa 300 pale). Uno in particolare, l’Ichnusa Wind Power, 42 aerogeneratori alti 285 metri, sulle rotte dei tonni e dei falchi della Regina, è a rischio di essere approvato, nonostante la contrarietà della Regione, delle amministrazioni locali, delle tonnare, dei comitati.
L’invito delle Parrocchie San Carlo e San Pietro alla popolazione per sabato 19 ottobre alle 10.30 è a riflettere a conclusione del “Tempo del Creato” in cui l’ospite d’onore sarà don Giuseppe Tilocca, docente di Filosofia morale alla Facoltà Teologica della Sardegna. Arriverà da Cagliari per portare un importante contributo a quello che è anche il titolo dell’incontro: “Spera e agisci con il Creato”.
Sottolinea l’avvocato Salvatore Obino, presidente del Comitato No speculazione energetica Carloforte: “Non è possibile compromettere in modo irreversibile, ora, un ambiente naturale integro, come il nostro mare, con impianti industriali di fonti energetiche rinnovabili FER devastanti, per un vantaggio ambientale futuro presentato falsamente come transizione energetica “verde”. In particolare, per quanto riguarda la nostra isola, è in fase di progettazione un imponente impianto eolico offshore a 19 miglia a nord-ovest, insieme ad altri sette progetti simili sulla costa sud-occidentale della Sardegna”. Il comitato locale ha già individuato diversi rischi degli impianti offshore, tra i quali:
- – Impatto sulla fauna e flora marina. Questi impatti comprometterebbero gravemente l’ambiente marino, interrompendo le rotte del tonno rosso e di altre specie pelagiche.
Le turbine eoliche, oltre a disturbare i fondali marini, influenzando gli organismi bentonici, creano un forte inquinamento acustico che va ad alterare il comportamento e l’habitat di mammiferi marini come delfini o balene, nonché delle altre specie ittiche migratorie come il tonno rosso, con conseguenze negative sull’attività delle tonnare e sull’economia legata al turismo eno-gastronomico dell’isola di San Pietro e della vicina costa sarda.
- – Il progetto rappresenta anche una seria minaccia per l’avifauna: la Lega Italiana Protezione Uccelli (LIPU) ha designato l’area come “no-go area” a causa della presenza di specie chiave come il falco della Regina, il gruccione, il cavaliere d’Italia e il fenicottero, rischi peraltro condivisi in chiare prese di posizioni di Italia Nostra Sardegna.
- – Impatto visivo e sul turismo. La vista all’orizzonte di Capo Sandalo e Cala Vinagra dell’Ichnusa Wind Power su una superficie di circa 30 chilometri per 10 andrebbe sicuramente ad avere un forte impatto negativo sulla bellezza del nostro paesaggio e quindi sull’afflusso turistico.
Ha scritto il Sindaco di Carloforte, Stefano Rombi su Facebook a fine settembre: “È proprio l’offshore il tema che ci interessa particolarmente in quanto abitanti di un territorio esposto ad una serie di progetti. La Regione si è meritoriamente espressa negativamente sul progetto di pianificazione del mare che il Governo sta portando in approvazione. Una lavoro che, almeno dal punto di vista della coerenza pianificatoria, rischia di non mettere alcun freno ai progetti proposti.
Certo, in molti casi interverranno altri elementi bloccanti, a partire dagli elevatissimi costi di investimento che non tutte le società proponenti sono in grado di affrontare.
Temo che difficilmente questo varrà per il progetto che ci interessa più da vicino, proposto da Ichnusa Wind Power.
Ci sono interlocuzioni a vari livelli per provare a modificare i piani governativi. È necessario provarci fino all’ultimo. Continuando con le azioni di coordinamento che stiamo portando avanti.
Chiediamo al governo di attendere. Di tenere conto di tutte le pianificazione ambientali esistenti, comprese quelle volte a tutelare l’avifauna. Pianificare a ragion veduta.
La questione non riguarda solo la Sardegna, riguarda tutte le regioni italiane che hanno elevati livelli di ventosità…Serve invece più Stato, che sia in grado di pianificare di più e meglio lo spazio marittimo. Sono mesi che lo diciamo in tutte le sedi. Speriamo che a Roma ascoltino chi sta sui territori. E che i buoi non siano già scappati…”
Il Comune di Carloforte è da tempo impegnato nella transizione a livello locale ed è uno dei pochi in Sardegna dove esiste una CER, comunità energetica rinnovabile. Il 9 ottobre il Sindaco ha dato l’annuncio di un importante traguardo. “In collaborazione con l’Università di Genova, e coadiuvati dal Politecnico di Torino nella scrittura del progetto, abbiamo vinto un bando PNRR da € 499.971 che ci consentirà, primi in Italia, di realizzare una smart grid (rete di informazione e trasmissione elettrica ndr) alimentata a energia fotovoltaica, che ci permetterà di gestire in modo intelligente la domanda di energia presente nell’area portuale. Sarà installato anche un piccolo elettrolizzatore che produrrà idrogeno potenzialmente utilizzabile per applicazioni nautiche, ma non solo. Si tratterà della prima rete elettrica in Italia predisposta per utilizzare idrogeno in area portuale. Diventeremo così un esempio di ciò che si potrebbe replicare su larga scala”.
Susanna Lavazza.