Il segreto di Francesca Aste
Da Carloforte al mondo – Con questa rubrica Carloforte Magazine presenta interviste a personaggi che stanno diventando famosi oltremare perché si distinguono nei campi più diversi, a livello nazionale e/o internazionale
Dai bar dell’isola al titolo di migliore bartender d’Italia
Ha appena vinto l’edizione italiana dell’unica competizione internazionale dedicata alle donne bartender: Lady Amarena, ideata dalla Fabbri. Francesca Aste, 30 anni, di Carloforte, ha conquistato la giuria con un cocktail che unisce gusto, arte e bellezza e lo ha chiamato Bansky Martini perché si ispira al celebre dipinto della bambina con il palloncino rosso. L’anno prossimo dovrà misurarsi con le Ladies elette in tutti i Paesi in cui Fabbri è presente. E potrebbe diventare la migliore donna al mondo nella “mixology”, l’arte di inventare nuovi drink. Ma come è arrivata in cima alla classifica italiana? L’abbiamo intervistata.
– Come sono stati i primi anni della tua vita?
“Sono cresciuta a Carloforte nell’abbraccio e protezione della famiglia che mi ha trasmesso i valori e la determinazione che mi porto appresso oggi”.
– Da quando questo lavoro è diventato la tua passione?
“Quando mi sono resa conto del mondo che c’è dietro il bar, della carriera che si può fare, e quando ho realizzato che, nell’ospitalità, in qualunque ruolo, locale o città si ha continuamente la possibilità di stare a contatto con le persone”.
– Che studi e che percorso professionale hai seguito?
“Dopo il diploma, e durante il primo e unico anno di università, ho seguito diversi corsi di formazione barman continuando sempre a lavorare. Il mio percorso professionale è però realmente iniziato quando mi sono imposta di conoscere e lavorare in ambienti fortemente dinamici e all’avanguardia. L’obbiettivo era quello di apprendere il più possibile dai professionisti”.
– Dove hai iniziato a lavorare?
“Il mio primo lavoro è stato al bar Cipollina (noto Gigin). Ero piccola e li mi sentivo a casa: mio nonno andava a fare colazione con le paste alla crema! I miei genitori non volevano perché ero molto giovane, ma con qualche piccolo compromesso ho ottenuto il mio primo lavoro!”
– Quali sono state le esperienze più importanti?
“Tutte le esperienze sono state importanti e tutti i miei titolari sono stati fondamentali. Paolo (titolare di Napitia a Carloforte) mi ha fatto “calpestare” per la prima volta il banco di un bar. Pier (titolare del Bar Napoleone a Carloforte) mi ha spronata, incuriosita e spinta oltremare. A Milano dopo l’esperienza al Dry a contatto con Big come Francesco Galdi e Domenico Carella ho capito che dovevo fare di più per avvicinarmi al loro livello. Perciò ho deciso di allungare le mie giornate e fare più lavori al giorno per poter vedere e fare esperienza sotto tutti i punti di vista e le fasce orarie dell’ospitalità. Poi il ritorno in Sardegna, da Spirits Boutique con Emilio Rocchino (altro Big italiano), dove ho potuto esprimere e applicare, in quasi totale libertà, ciò che avevo imparato in quegli anni”.
– Che cosa ha rappresentato per te l’isola di San Pietro e il distacco?
“Banale rispondere che i Carlofortini hanno la malattia dello scoglio? Il distacco non è mai facile ma bisogna saperlo affrontare. Il distacco insegna”.
– Come fai a “inventare” un cocktail? Come scatta l’ispirazione?
“Per la creazione di un cocktail innanzi tutto si devono conoscere le basi delle tecniche di miscelazione e di merceologia. Infatti si parte sempre dalla conoscenza dei classici IBA.
I miei cocktail hanno sempre riferimenti personali. Ho vinto un campionato regionale con un drink dedicato a Dea, la mia boxer venuta a mancare nel 2010. Era dolce e leggermente piccante come il suo carattere, servito in coppetta con un “collare” di arancia e fili di peperoncino”.
– Chi li assaggia prima che tu li proponga al pubblico?
“Ovviamente il mio compagno Marco!”
– Che importanza ha avere un compagno che fa il tuo stesso mestiere?
“Ha un’importanza fondamentale, nel lavoro e nella vita. Facciamo questo lavoro per passione e ci compensiamo in tutti gli aspetti del mestiere. Ci stimiamo tanto, lavorativamente parlando, e abbiamo scelto di essere anche colleghi perché condividiamo gli stessi valori, ideali e stile di lavoro. Siamo complici e critici sinceri l’uno dell’altro”.
– Che emozioni ti ha dato il concorso che hai vinto?
“Vincere il titolo di Lady Amarena è stata una grande soddisfazione, un traguardo raggiunto e un sogno realizzato”.
– Qual è il tuo prossimo traguardo?
“Sono scaramantica, non confesso mai i miei obbiettivi finché non li sto per raggiungere!”
– E il tuo sogno?
“Il mio sogno è aprire un locale insieme al mio compagno. Un locale che rispecchi in tutto e per tutto le nostre personalità, che sia accogliente, ospitale e all’avanguardia.
Approfitto della vostra intervista per ringraziare i compaesani di Carloforte che mi hanno incoraggiata e sostenuta nel raggiungere questo traguardo. Con determinazione, impegno e sacrificio tutto è possibile!”.
Susanna Lavazza