Greta Puggioni, la stella che danza
Da Carloforte al mondo – Con questa rubrica Carloforte Magazine presenta interviste a personaggi che stanno diventando famosi oltremare perché si distinguono nei campi più diversi, a livello nazionale e/o internazionale
Dopo l’esibizione all’Arena di Verona debutterà con “Il Barbiere di Siviglia”
A Carloforte questo weekend si esibiscono le associazioni per “Sport in festa”. L’isola di San Pietro vanta molti appassionati, qualche agonista e una stella della danza (che è soprattutto un’arte).
Greta Puggioni, classe 1994, oggi è una professionista presso la Fondazione Arena di Verona, il Progetto Padova Danza e la Compagnia Naturalis Labor di Vicenza (per citarne alcuni).Greta ha espresso la sua bravura in una lunga lista di opere famose, tra le quali Madame Butterfly e l’Aida (Arena di Verona), la Vedova Allegra (teatro Mario del Monaco di Treviso) lo Schiaccianoci (teatro Massimo di Cagliari). Altrettanto lunga è la lista dei corsi frequentati dal 2011 al 2018, grazie ai quali è diventata padrona delle varie tecniche di danza: dalla classica alla modera e contemporanea. Figlia dell’ex sindaco Tore Puggioni, ha conseguito numerosi diplomi presso la Federazione Italiana Fitness, riconosciuta in ambito internazionale dall’European Fitness Association. Tra questi, quelli di istruttrice di Stretch and Roll, Pilates Matwork, fitness per Junior, Baby fitness e bambini. Ha frequentato due corsi di perfezionamento professionale, uno a Roma presso il Molinari Art Center e uno a Padova preso il Padova danza Project e contemporaneamente presso la IDA (international dance association) ha seguito corsi per l’insegnamento per bambini e adulti. Insomma ha esplorato tutte le sfaccettature del linguaggio del corpo. Una preparazione a 360 gradi. Ed è questo che fa di lei una vera professionista. L’abbiamo intervistata.
Quando hai sentito per la prima volta la passione per la danza?
“All’etá di 6/7 anni. Passavo le ore ad ascoltare le canzoni sull’ mp3 di mia sorella e ballavo nel salotto dei miei nonni. Da lì non mi sono più fermata. A 8 anni, sono stata iscritta al primo corso di danza contemporanea tenuto a Carloforte, non sapevo ancora nulla ma sentivo di essere nel posto giusto. Il corso è durato due anni, poi per vari motivi ha chiuso.Ho frequentato la scuola di latino americano, sempre a Carloforte, fino a quando, all’etá di 13 anni, ho deciso di andare a Sant’Antioco per studiare bene la tecnica classica, moderna e contemporanea che era ciò che mi interessava veramente”
Com’è la giornata tipica di una ballerina?
“lnizia alle 9/9.30 con un riscaldamento individuale, che risveglia e prepara il corpo a essere utilizzato nella sua totalità. Di solito pratico pilates, yoga o feldenkrais metodi molto efficaci. Dopodiché c’è sempre con una lezione di classico che dura un’ora e mezza. Se ci sono spettacoli in programma la giornata prosegue fino alle ore 17.30 con le prove, altrimenti si utilizza il tempo a disposizione approfondendo elementi di tecnica, improvvisazione e esercizi vari proposti dal coreografo”.
Qual è stato il momento più difficile di tutto il tuo percorso artistico?”
“Quando ho iniziato a lavorare in compagnia con danzatori e coreografi professionisti. Il tempo a disposizione per una produzione è sempre poco e bisogna essere veloci ad apprendere passi e correzioni. Al di là dello sforzo fisico e del lavoro sul proprio corpo, credo che il lavoro più difficile sia quello mentale.Bisogna entrare in sala e essere predisposti a cambiamenti anche all’ultimo momento, bisogna gestire l’energia perché ogni giorno il corpo risponde in maniera diversa e, cosa fondamentale, essere generosi e umili nei confronti del coreografo e del resto del gruppo per poter tirar fuori il meglio di se stessi e creare un clima sereno che sarà poi fondamentale in scena”.
Qual è stata, finora, l’esperienza che ti ha dato più soddisfazione?
“Sono tantissime le esperienze che mi hanno fatto crescere e mi hanno arricchito artisticamente, ma sicuramente la più importante nonché più recente è stata quella all’Arena di Verona.È stata la coronazione di un sogno, che mai avrei potuto immaginare. Un’ esperienza unica e irripetibile in uno dei teatri all’aperto più grandi e belli del mondo nel suo100 esimo anniversario. La porteró sempre nel cuore”.
Cosa stai facendo attualmente?
“Conclusa la stagione areniana, riprenderò il lavoro nelle compagnie a Vicenza, Padova e Cagliari. Proseguirò la collaborazione con il Teatro Stabile del Veneto dove debutteró con il “Barbiere di Siviglia” a dicembre di quest’anno”.
Rosanna Maurandi