Il Falco della Regina e i suoi misteri
Le risposte in un libro sull’isola di San Pietro
Sono lunghi circa 40 centimetri, hanno un’apertura alare di circa un metro, sono polimorfi (cambiano colore), raggiungono i 3000 metri di altezza e i 70 km dalla costa per cacciare circa 200 specie di uccelli, oltre a un’infinità di insetti. Ma soprattutto sono grandissimi viaggiatori. Migrano in primavera per circa 9.000 km attraverso deserti, zone aride, foreste e lunghi tratti di mare fino ad arrivare sull’isola di San Pietro dal Madagascar e qui riprodursi. Poi in ottobre ripartono, lungo rotte che solo di recente sono state individuate con una certa precisione. Sono i Falchi della Regina, straordinari rapaci, protagonisti dell’Oasi Lipu di Carloforte, che tanto ha contribuito al loro studio. E del volume illustrato Eleonora’s Falcon, a cura di Iosto Doneddu (Carlo Delfino editore, 141 pag, 38 €) al quale ha contribuito la Lega Italiana Protezione Uccelli, pubblicato a luglio e presentato l’8 ottobre nella biblioteca carlofortina. Non solo un bellissimo libro, con immagini emozionanti di Domenico Ruiu, Gianni Sirigu, Roberto Vacca e Bruno Barthemy. Un compendio di studi dagli anni Sessanta a oggi su biologia, conservazione, entità di questi elegantissimi zingari dei cieli. Preziose le testimonianze di Harmut Walter, professore della UCLA University di Los Angeles, che li “insegue” dal 1961, dapprima in Grecia poi nel resto del Mediterraneo, e di Luciano Durante, da 11 anni responsabile dell’Oasi Lipu di Carloforte (414 ettari) che ne racconta la storia e spiega come si è passati da 80 a circa 130 coppie protette attorno a Capo Sandalo.
Il sottotitolo del libro, infatti, è Falco della Regina, isola di San Pietro perché proprio qui si è approfondito lo studio sugli habitat, l’osservazione degli ornitologi da tutto il mondo, il monitoraggio degli spostamenti. Si è scoperto così che questi rapaci migrano tra Mediterraneo, Oceano Atlantico, Mar Rosso e coste africane, ma fanno il nido soprattutto in Grecia, Marocco, Spagna, Italia (Sardegna e Sicilia), Cipro e Algeria. L’ultimo censimento – del 2005-2020 – indica una consistenza di circa 14.500 coppie in totale. Un successo dal punto di vista naturalistico? Eleonora’s Falcon spiega luci e ombre della conservazione di questi uccelli. Che già la giudicessa (o regina) Eleonora d’Arborea volle proteggere nella sua “Carta de Logu” del 1392, una sorta di Costituzione sarda ante litteram. E che grazie a lei hanno preso il nome scientifico di Falchi eleonorae e quello comune “della Regina”.
Tra i capitoli più interessanti, quello sui misteri delle migrazioni. Un esempio? I giovani falchetti sotto i tre anni (che corrisponde all’età riproduttiva) se ne vanno in giro per i cieli del globo senza guida di adulti. E senza volare in stormi. Si orientano da soli attraverso un vettore di navigazione, con l’aiuto del campo magnetico terrestre e delle stelle.
Per uno come me che ha passato la sua vita con un piede in mare e l’altro nei boschi, trovarsi tra le mani questo libro è stato molto di più che un semplice dono. Vivo sull’isola di San Pietro e la mia casa si trova ad un pugno di chilometri dalla colonia nidificante di Calafico. Durante alcuni mesi dell’anno capita che alcuni esemplari mi facciano visita passando velocemente sulla mia testa. Diretti dove non so: da sempre mi limito a fantasticare su questo splendido rapace per me ricco di misteri. Se è vero che per amare qualcuno o qualcosa bisogna conoscerlo a fondo, è l’occasione per approfondirne la conoscenza. Io credo che questo stupendo animale abbia a pieno titolo, assieme al più famoso tonno di corsa, tutto il diritto di essere considerato come uno dei simboli dell’Isola di San Pietro. Si può passare tutta la vita ad osservare e studiare le piante e gli animali che vivono intorno a noi. La casa editrice Carlo Delfino è nota per aver trattato con molta cura nelle sue pubblicazioni la storia e le bellezze della Sardegna. In questo caso un intero capitolo è dedicato all’ambiente costiero dell’Isola di San Pietro. “Un lavoro di ricerca e di studio sul falco più affascinante e zingaresco del Mediterraneo” si legge nel retro di copertina “Capace di attirare su di sé la curiosità e l’interesse di generazioni di studiosi che ancora oggi cercano di svelare i suoi misteri” .
Walter Zappon