Capperi, pistacchi e mandorle sulle tavole tabarchine
Carloforte a km 0 (15-16 ottobre) e nel distretto rurale dell’arcipelago del Sulcis
Sta per nascere ufficialmente il Distretto rurale arcipelago del Sulcis, che è in fase di costituzione e che ovviamente comprende l’isola di San Pietro.
Una iniziativa in collaborazione con la Regione Sardegna e Laore per portare una cultura di rispetto degli animali e delle piante, degli elementi della nostra terra, nella coltura. Compresi i destinatari finali dei lavori agricoli: noi. “Per un’isola davvero verde e blu” dice Beppe Bullegas, animatore del Distretto. Saranno favorite le coltivazioni di capperi, pistacchi e mandorle e in futuro anche di lavanda o elicriso (ottimo per fare un olio contro le scottature).
Carloforte Km 0
Intanto u paize sarà di nuovo in festa, il weekend del 15 e 16 ottobre, per Carloforte km 0 dal campo alla tavola, degustazioni, artigianato, e divertimento” con una sfilata di bancarelle e attività per turisti. Ma quali sono i prodotti d.o.c. dell’isola? Facusse, favette, pomodori, patate, melanzane, uva, capperi e altri più comuni sono ancora coltivati sulle terrazze che digradano verso il mare o nelle piane, come facevano un tempo i primi carlfortini, di orgine ligure. I vigneti sono molto diffusi, anche se alcune vigne risultano purtroppo abbandonate perché è difficile trovare giovani che si appassionino, e per problemi di microclima. Gli uliveti, grazie anche agli incentivi, sono una delle nuove piantagioni più diffuse.
Carloforte km 0 è organizzato dal Consorzio Arcobaleno e dall’Associazione CIAO, con il patrocinio del Comune di Carloforte e della Regione Sardegna. Insieme ai prodotti gastronomici derivati dal tonno rosso, pescato dalle nostre tonnare, sono esposti. Saranno presenti anche le birre artigianali e i vini di Carloforte, frutto dell’ottimo lavoro svolto dalla cantine carlofortine. Immancabile la presenza dei panifici e i laboratori di pasta fresca, con gallette, canestrelli e i vari formati di pasta della tradizione carlofortina.
Pratiche agricole tradizionali dell’Isola di San Pietro
Attualmente nell’isola di San Pietro, oltre alle attività legate alla pesca e al turismo, non vi sono grandi produzioni legate al mondo agricolo se non a carattere familiare. Si può ricordare la presenza di un piccolo centro privato di lavorazione delle uve del Carignano. Una recente novità è data dal progetto Tanca Gioia, che è stato avviato nel 2000 e ha previsto la realizzazione della prima azienda vinicola di San Pietro, con il suo vino: U-Tabarka. Inizialmente partita con la produzione di Carignano e Vermentino, successivamente estesa a Nasco Aromatico, Moscato di Calasetta e Bovaleddu; l’estensione delle vigne è di circa 10 ettari. Dal 2012 è attiva anche una piccola cantina denominata A Vigna du Bertin che vinifica tre tipologie di vino a base di uve Carignano e Vermentino.
Nell’isola è presente sia un po’ di olivicoltura che della frutticoltura che comunque date le esigue produzioni sono rivolte al consumo casalingo o alla vendita nei mercatini locali.
“L’agricoltura è poco sviluppata rispetto all’allevamento di ovini caprini e bovini” afferma Beppe Bullegas “la superficie a vigneti è meno di 10 ettari, la superficie ad olivo è meno di 20 ettari, è presente un po’ la coltivazione di ortive, meno di 5 ettari, poi buio, il resto della superficie viene usata come pascolo o incolto”.
Fonti: ISOS Isole sostenibili – Documento di studio sulle colture tradizionali delle isole – Realizzazione dello studio della componente rurale sulle isole dell’area di corporazione”
Antonello Rivano