Una mostra straordinaria dal 14 al 16 ottobre al Teatro Cavallera: Calar tonnara

Una mostra straordinaria dal 14 al 16 ottobre al Teatro Cavallera: Calar tonnara

Intervista all’antropologa Ambra Zambernardi e al rais Luigi Biggio. A Carloforte liberati 2000 tonni

 

Solo per un week end anche a Carloforte si ha l’opportunità di ammirare la mostra fotografica Calar tonnara dell’antropologa Ambra Zambernardi, organizzata dalla Pro Loco in collaborazione con il Teatro Cavallera e patrocinata dal Comune di Carloforte. L’inaugurazione è prevista per venerdì 14 ottobre alle ore 17.30 al Teatro Cavallera. L’esposizione prosegue sabato 15 e domenica 16 ottobre, dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.30, a ingresso gratuito.
Ambra Zambernardi, dottoressa di ricerca in scienze antropologiche e ricercatrice per la Fondazione di Sardegna, rivolge la sua indagine alle tonnare fisse del Mediterraneo e dell’Atlantico dal 2014.
La sua lunga ricerca mette in risalto questo metodo di pesca del tonno, praticato per secoli dagli antichi popoli del mare. Oggi viene utilizzato soltanto sulle coste atlantiche del Marocco, in Andalusia, nell’Algarve, sull’Isola di San Pietro e sulla costa sud-occidentale della Sardegna. 
Il progetto comprende una parte scientifica e una artistica. La prima, svolta durante il dottorato, include tesi e articoli. Nella seconda Ambra sviluppa un racconto sulle tonnare nelle varie espressioni: una mostra fotografica, diversi canti popolari registrati in Sicilia, un laboratorio di danza e uno spettacolo teatrale. 

Foto Ambra Zambernardi

Il progetto Calar tonnara è realizzato con il sostegno della Fondazione di Sardegna e la mostra è resa possibile dal Contributo del MuT,  il Museo della Tonnara, di Stintino, ove è stata recentemente esposta con grande successo.
“Questo mondo bellissimo l’ho scoperto la prima volta quando ho visitato la tonnara di Favignana nel 2014” dice l’antropologa “E’ un’indagine ancora in corso, perché c’è materiale per indagare all’infinito. Anche nelle tonnare che non sono più attive. Calar tonnara è un pezzo di storia del Mediterraneo. E’ sempre un’emozione pensare a chi ci lavora, alle attrezzature utilizzate per la pesca e al rapporto dei tonnarotti con il tonno. Ogni tonnara ha la sua storia e le sue specificità. Tutto fa parte di quella che io definisco ‘maricultura’. La cultura del mare”

Quando si decide di calare una tonnara a rete fissa, si sceglie di praticare una pesca che è sempre stata, e continua a essere, una pesca stagionale, a basso impatto ambientale ed eco sostenibile. Una pesca che è anche arte, cultura e antiche tradizioni che si tramandano di generazione in generazione.
Ambra Zambernardi, nella sua mostra, ci racconta tutto questo. Scatto dopo scatto, seguiamo la vita nella tonnara di Carloforte e di Barbate, in Andalusia e viviamo la storia della pesca del tonno così com’era, un tempo, sulle coste dell’Atlantico e in tutto il Marenostrum.

Foto Ambra Zambernardi

Il “nostro” tonno e il rais: liberati 2000 esemplari

Il tonno rosso (Thunnus Thynnus) che si cattura nelle nostre acque è una specie molto pregiata e richiesta a livello internazionale. Essa è tutelata dalla Commissione Internazionale per la Conservazione dei Tonnidi dell’Atlantico (ICCAT) ed è soggetta a quote di pesca ormai da diverso tempo. Visti i risultati positivi negli ultimi anni di tale politica di protezione, la quota concessa alle tonnare sarde è rimasta stabile all’ 8% anche per la stagione di pesca 2022.

Alla tonnara di Carloforte sono spettate 178 tonnellate di pescato. “In questi ultimi tempi siamo sempre riusciti a raggiungere la quota e la grandezza dei tonni è salita tantissimo” spiega il rais Luigi Biggio. “Quest’anno il peso medio dei tonni è stato di circa 120 kg, ma abbiamo preso anche diversi pesci di 300-400 kg. Alla fine della stagione, quando siamo arrivati alla quota prevista, abbiamo liberato 2000 tonni.”

Luigi Biggio inizia a lavorare in tonnara all’età di 17 anni come semplice tonnarotto. Nel 1998 diventa rais della tonnara di Portoscuso. Un anno dopo si aggiunge l’ex tonnara dell’Isola Piana (da anni ormai tonnara di Carloforte) che segue entrambe per 10 anni. Oggi il capo dei tonnarotti conduce con passione solo quest’ultima. “Per me, calar tonnara significa portare avanti una tradizione millenaria” afferma Luigi  “lo faccio con passione e sono molto orgoglioso del mio lavoro. Ciò che mi dà più emozione è vedere quando, finalmente, tutta la rete è calata in mare. La fase finale della pesca, poi, è la coronazione di un lungo e duro lavoro”

  Rosanna Maurandi